LA STORIA ISO

LA STORIA ISO
 
 
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Iso Rivolta era una ditta di costruzione di moto ed auto in Italia, prevalentemente attivo dalla fine degli anni Quaranta fino ai primi Settanta. E' famosa per l'iconica “bubble car” Isetta degli anni Cinquanta e per alcuni modelli di potenti automobili dei Sessanta e Settanta.

La Iso Rivolta, inizialmente conosciuta come Isothermos, produceva elementi per la refrigerazione e il riscaldamento prima della seconda guerra mondiale.
 
 
 
La ditta venne originariamente fondata a Genova nel 1939, ma venne trasferita a Bresso nel 1942 da Renzo Rivolta, un ingegnere ed erede di industriali. L'attività venne modificata come Iso Autoveicoli S.p.A. nel 1953 per dedicarsi alla produzione di mezzi di trasporto a motore. Renzo Rivolta morì nel 1966 e suo figlio, Piero, prese le redini come dirigente. All'inizio del 1973 la famiglia Rivolta cedette l'azienda ad un finanziario italo americano di nome Dr. Ivo Pera che promise di portare una rinvigorente gestione americana ed a quel punto venne rinominata Iso Motor Company, poco prima però di cadere rapidamente nell'oscurità.

I primi anni: le moto

Iso 500
Iso 500

Dopo la seconda guerra mondiale, la ditta riaprì i battenti, cambiando però completamente la sua attività. Nel 1948 cominciò a costruire motociclette, scooter e motocarri (moto e scooter a tre ruote per trasporto merci). Tra essi i più famosi sono il Furetto (1948), l' Isoscooter (1950), l'Isocarro (1951), l'Isomoto (1954) e la Isosport (1953). L'ultima moto fu la Iso 500 presentata nel 1961 ma restato esemplare unico. Le Isomoto erano conosciute come moto costose ma assolutamente longeve e ben costruite.

Gli anni Cinquanta: la microcar Isetta

Isetta
Isetta

A metà degli anni Cinquanta partì lo sviluppo di una microvettura con due posti e ingresso da una sola porta frontale, inizialmente con sole tre ruote e successivamente, per ragioni di stabilità, con quattro (quelle posteriori molto vicine tra loro): la Isetta. Circa mille vetture furono costruite dalla ditta di Rivolta collocata nelle vicinanze di Milano. A partire dal 1954 la licenza per la sua produzione venne concessa a diverse case di svariati stati: Francia (VELAM), Spagna, Gran Bretagna e Brasile (Romi). Quella di maggior successo, ad ogni modo, fu l'Isetta tedesca costruita dalla BMW. La BMW Isetta ebbe volumi di produzione nettamente maggiori rispetto alla Iso e realizzò il sogno di mobilità nella Germania del dopoguerra. Ne vennero vendute circa 130000 fino al 1962.

Gli anni Sessanta: vetture ad alte prestazioni

IR 300
IR 300
A3/l
A3/L
A3/C
A3/C

Insieme all'ing. Giotto Bizzarrini, al designer Giorgetto Guigiaro e alla carrozzeria Bertone, Renzo Rivolta iniziò lo studio dell'Iso Rivolta IR 300, che venne presentata per la prima volta in occasione del Salone di Torino 1962. Era un'elegante coupé con componenti tecnici ben bilanciati ed incredibili performance di guida.

Il motore V8 di 5.3 litri Chevrolet small block e il cambio venivano forniti dalla General Motors di Detroit, mentre l'idea del ponte posteriore DeDion e i quattro freni a disco derivavano dalla produzione Jaguar dell'epoca. Questo schema meccanico venne mantenuto per tutta la produzione Iso fino al 1971, quando si passò al motore Ford 351 Cleveland al posto dello Chevrolet.

La Iso divenne presto famosa per essere la produttrice di una vettura molto ben costruita e rifinita oltre ad essere molto veloce: una macchina dalla linea molto bella con una meccanica affidabile come la Chevrolet. Dopo aver abbandonato la Ferrari, nel 1961 Giotto Bizzarrini fece da consulente per marche come la ATS, la Lamborghini e la Iso Rivolta.

Nel 1963 egli disegnò la Iso Grifo A3/L (L stava per lusso) per Renzo Rivolta, il quale stava cercando una degna compagna alla sua Iso Rivolta GT. La carrozzeria venne disegnata presso la Bertone da Giorgetto Giugiaro, mentre Bizzarrini impegnò la propria esperienza per lo sviluppo del telaio.

Si pensò inoltre che ci sarebbe potuto essere interesse anche per una versione da corsa della Grifo e fu così che nacque la A3/C (C di corsa) con un'inedita carrozzeria in alluminio. Bizzarrini la presentò spesso come “evoluzione della GTO”, visto che lui stesso era stato parte della squadra che aveva studiato la 250 GTO ai tempi in cui lavorava alla Ferrari. Il motore era stato spostato indietro di quasi quaranta centimetri, facendo dell'A3/C una delle prime macchine con motore anteriore/centrale mai costruite. Per controllare lo spinterogeno era stato addirittura ricavato un apposito sportello nella parte superiore del cruscotto. A3/L ed A3/C vennero costruite contemporaneamente.

Quello stesso anno Bertone presentò al Salone di Torino la A3/L, mentre nello stand Iso era esibita la sua versione da corsa A3/C con carrozzeria in alluminio grezzo. Entrambe ottennero grande successo.

Nonostante alcune modifiche fossero necessarie, la Iso si concentrò immediatamente per la messa in produzione della A3/L . La macchina subì qualche ritocco di carrozzeria che la rese meno aggressiva ma al contempo la trasformò nella Gran Turismo più elegante che si potesse desiderare. Questa Iso Grifo GL “da strada” ricevette il potente motore Chevrolet Corvette 327 V8 (5.3 L), elaborato ma al contempo docile – disponibile nelle versioni da 300 a 365 hp – accoppiato ad un cambio Borg-Warner a quattro rapporti. Questi motori venivano ordinati negli Stati Uniti per poi venire completamente aperti in Iso per essere elaborati usando pezzi appositamente realizzati, così come succedeva anche per la Iso Rivolta GT. Con potenze fino a 400 cv ed un peso che era vicino ai 1000 kg la A3/C era in grado di superare la velocità massima di 275 km/h.
 
Mentre Rivolta concentrava la propria attenzione sulla A3/L Giotto cercò in tutti i modi di promuovere la A3/C, causando così degli screzi con lo stesso Rivolta. Questo ebbe come conseguenza che la Grifo GL venne prodotta a Bresso, mentre la A3/C presso la Sports Cars di Piero Drogo a Modena sotto la supervisione di Giotto. Nel 1964 il prototipo della A3/C corse a Le Mans (Edgar Berney/ Pierre Noblet) comportandosi bene fino a doversi fermare per una sosta di due ore necessaria per sistemare un problema ai freni. La macchina poi ripartì cominciando una rimonta che la portò a concludere in quattordicesima posizione assoluta, un risultato incoraggiante per una vettura completamente nuova.

Ne vennero costruite solo ventidue prima della definitiva rottura tra Rivolta e Bizzarrini.

 

Strade separate

Bizzarrini 5300 GT
Bizzarrini 5300 GT

Nel 1965 Bizzarrini e Rivolta separarono le proprie strade e la conseguenza fu la produzione separata per Grifo GL e Bizzarrini. Giotto rifinì la A3/C ed allestì la propria linea di montaggio per Bizzarrini 5300 GT Strada e Corsa. Da questo momento il nome Grifo rimase di proprietà della sola Iso.

Bizzarrini continuò la costruzione di entrambe le versioni Strada e Corsa ed ebbe le carrozzerie in alluminio (tenute insieme da circa 10.000 rivetti) realizzate dalla BBM di Modena. Nel 1966 ebbe l'idea di una versione di minore cilindrata, la Bizzarrini “1900 Europa” presentata per la prima volta nel 1967. La maggior parte degli esemplari ricevettero un motore 1900 Opel elaborato, mentre altri quello Alfa Romeo. Ne vennero costruite solo 17, numero che ne fa una delle sue vetture più rare. Anche più rara e preziosa è però la versione Barchetta, la P538, con soli 3 esemplari totalizzati. Un totale di circa 155 Strada e Corsa furono completate prima che la Bizzarrini chiudesse per fallimento; tutti i pezzi e le vetture rimanenti vennero vendute.
 

La produzione comincia

Production of the GT
Production of the GT
Production of the Grifo
Production of the Grifo
La Grifo era dotata di 390hp (290kw) nella sua versione per la produzione ed era in grado di raggiungere i 110km/h (68mph) in prima marcia. Renzo Rivolta esibì anche un esemplare unico di Grifo A3/L Spyder al salone di Ginevra. La produzione della Grifo GL partì nel 1965. Nell'ottobre 1966 la primissima Grifo in versione Targa (# 097) venne esposta al salone di Torino. Questo era uno dei 13 esemplari di Grifo Targa prima serie costruiti, mentre le seconda serie furono 4.

Nel 1968 venne presentata la Grifo 7litri con un motore Chevrolet L71 big-block, la versione Tri Power del motore 427. Questo propulsore sette litri richiese un po' di modifiche alla vettura per poter essere montato, un rialzo nel cofano venne quindi ideato per poter risolvere il problema del maggior ingombro in altezza. Era capace di 435hp (324kw) a 5800rpm e la fabbrica la annunciava capace di 300km/h. Questo particolare 7 litri è tuttora disperso.

Dopo la morte di Renzo Rivolta a Milano il 20 agosto 1966, suo figlio Piero divenne direttore della Iso Rivolta, alla giovane età di 25 anni. Sotto la direzione di Piero, la Iso costruì la berlina Fidia, “la più veloce quattro posti su ruote” (pubblicità del 1967) con carrozzeria di Ghia, la Grifo 7 litri (con motore GM V8) e la coupé fastback 2+2 Lele (1969) con carrozeria disegnata da Bertone che aveva preso il posto della IR 300.

La Iso fallì nel 1974, dopo sole 1700 auto costruite in quegli anni.
 

Cambiamenti stilistici

Grifo Series II.
Grifo Series II.
IR-9 - Can Am
IR-9 "Can Am"

Nel 1970 ci fu un cambiamento stilistico al muso della Grifo per la nascita della seconda serie. Esso divenne più slanciato e profilato con l'adozione di fari a semi-scomparsa. All'interno di questa nuova seconda serie 4 Targa vennero ultimate e per la IR 9 “Can Am” il motore passò dal 427ci al più nuovo 454. La produzione si concluse nel 1972.

Nel 1972 la Iso iniziò ad usare il motore small-block Ford Boss 351; queste vetture si riconoscono per il rialzo sul cofano più alto. Questa fu l'ultima versione della Grifo: la Iso s.p.a. chiuse nel 1974 a causa della crisi petrolifera.

I numeri totali della Grifo: 330 prima serie e 83 seconda serie per un totale di 413 Grifo realizzate, 90 delle quali 7 litri. Le più rare sono le seconda serie con 5 marce (23) e le seconda serie Targa (5). Tutte le Grifo sono desiderabili a causa della loro estrema rarità. Un ex dipendente della Iso, Roberto Negri, gestisce un piccolo laboratorio a Clusone, in Italia, che restaura Grifo.